lunedì 15 aprile 2013

In un milione di piccoli pezzi.

In frantumi..In un milione di piccoli pezzi che sembrano destinati a non incrociarsi mai. 
Ieri ho dovuto dire a Dragan la verità. Ieri gli ho fatto male. L'ho ferito. L'ho visto annaspare in una verità che fa male e ne ho sofferto a tal punto da stringerlo con tutte le mie forze nella speranza di non vederlo sprofondare in un buco senza fondo. In una strada senza uscita. Ed oggi succede a me
Sono qui a leggere l'Herald con la consapevolezza che qualcosa si è rotto. Si è spezzato. Mi ha lasciato addosso un senso indecente di vuoto. Un qualcosa di incolmabile. Di così profondo da far quasi male. Non riesco a respirare. Non riesco neanche a muovere il culo da questa sedia all'interno del locale. 
Il locale. Avevo grandi progetti per questo posto ed ora sembra solo un punto vuoto. Un qualcosa di inutile. Di inconsistente. Di vacuo e sporco. 
Che senso ha lasciarmi un cazzo di anello se poi te ne vai in questo modo? Che senso ha dirmi che mi ami se poi non mi dai modo di dirtelo di rimando? Non riesco a pensare. Non riesco a mettere in fila un pensiero logico. A trovare un senso. Ho freddo
Dopo tante notti passate bene ora ho di nuovo freddo e non so come gestirlo questo freddo. Non so come..fermarlo..
Fino a due ore fa potevo dire al mondo intero sono una donna felice. Ho qualcosa. Qualcuno che mi aspetta a casa. Qualcuno che ha la forza di stringermi tra le braccia e farmi dimenticare il mondo intero.
Oggi cosa rimane? Me stessa..
..In un milione di piccoli pezzi..

martedì 9 aprile 2013

Distanze

Quanto è passato? Ore, Giorni, Settimane? Non lo so più da quanto non vedo mio fratello. Non so da quanto non ho la possibilità di stringerlo tra le braccia. Di poter sentire l'odore forte del suo corpo. 
Mi sento ancora in colpa per avergli detto no. Mi sembra ancora di averlo tradito privandolo di quella sua vendetta personale che tanto ha desiderato. Ma a cosa è servito poi? Altri giorni di prigionia. Altri giorni di distanza. Altri abissi a separarci. Sempre più profondi ed incolmabili stavolta. 
Non uscirà più di prigione a meno che non lo facciamo uscire noi. Il prezzo della sua libertà a costo della mia. Lo farei cento volte ed altre cento ancora ma deve pagare quello che ci sta facendo passare. Deve per forza. A suon di mazzate in testa o con un candelotto di dinamite su per il culo la pagherà cara. 

Il locale è mio. Il proprietario dell'edificio mi ha detto che posso farci quello che voglio. L'abbiamo sottoscritto di fronte ad un notaio. E' mio. Sono estasiata da tutto questo. Sono felice come ragazzina.

Baiko mi ha fatto vedere le cascate. Era notte. Non ho scopato quella sera. No. E' stato diverso. L'ho fatto in acqua con il freddo che mi entrava nelle ossa mescolandosi al calore umano che solo lui riesce a darmi. Con lui non sono un animale in cattività. Con lui sono diversa. Vorrei fargli un regalo. Non so cosa. Sono una frana in queste cose. Forse dovrei lasciarlo scegliere a lui il regalo. Sarebbe meglio.